invecchiamento e alzheimer

invecchiamento e alzheimerI poteri della vitamina B sull’Alzheimer: La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa invalidante.  Colpisce in larga parte gli anziani, con una sempre più ampia e crescente diffusione nella popolazione. Inoltre la limitata efficacia delle terapie disponibili e delle ingenti risorse necessarie per gestirla,  rientra attualmente tra le patologie con il più elevato impatto sociale del mondo.

I poteri della vitamina B sull’Alzheimer: Grazie alle ricerche condotte sin dai primi anni ’90, oggi si conoscono i meccanismi biochimici della malattia. Infatti essi determinano il deposito, in aree del cervello sempre più estese, di placche composte da frammenti di proteine (beta proteina amiloide e matasse di neurofibrille) per di più, si accumulano tra i neuroni. Tale accumulo determina una alterazione dell’attività di scambio tra neuroni e circuiti nervosi e inoltre una disorganizzazione delle funzioni cerebrali.

Potrebbe essere sufficiente l’assunzione regolare del complesso di vitamina B12 per frenare la progressione dell’Alzheimer. Questo, in sintesi, il risultato di studi sperimentali condotti presso l’Università di Oxford.

I ricercatori hanno messo sotto osservazione alcuni pazienti con grado variabile di problemi a livello neurologico. Li hanno sottoposti a somministrazione regolare di vitamina B12 per un periodo di tempo sufficientemente prolungato (due anni) tale da poter produrre risultati da considerarsi attendibili. Si è potuto osservare in loro un netto rallentamento dei problemi neurologici rispetto a chi non ha avuto accesso a questo tipo di trattamento con vitamina b. Gli esami di valutazione sono stati condotti mediante risonanza magnetica al cervello.

In particolare la vitamina B12 si è mostrata particolarmente efficace nel rallentare la perdita di materia grigia fino a sette volte in regioni coinvolte nel processo neurodegenerativo, come ad esempio l’ippocampo. Il processo non è ancora del tutto chiaro, ma sembrerebbe che l’assunzione delle vitamine B porti a una riduzione dei livelli di omocisteina, contribuendo a mantenere la neurogenesi che è tipicamente rallentata nei casi di Alzheimer, oppure a ridurre il carico delle placche di neurofibrille. (fonte: federsalus)

L’auspicio degli esperti è che studi successivi confermino questi risultati, così da poter dichiarare con certezza che questo approccio, indubbiamente di facile accesso a chiunque ne abbia bisogno e ritenuto dai medici del tutto sicuro, è in grado di frenare l’avanzamento dell’Alzheimer, quando non possa addirittura bloccarne l’insorgenza.

Chris Kennard, Presidente del consiglio sulla salute mentale al Medical Research Conci, e Rebecca Wood, della Alzheimer’s Research Trust, si sono dichiarati molto fiduciosi.

 

Di sergio

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